Addetti ai lavori del FIA ETCR: Antonio Caruccio

Un volto familiare della postazione Romeo Ferraris nella Hot Zone è Antonio Caruccio, responsabile della comunicazione e addetto stampa della squadra, ma non solo. Gli abbiamo posto alcune domande.

Qual è il tuo ruolo nella squadra?
“Sono responsabile della comunicazione e addetto stampa per la stagione 2022. Non mi occupo solo del reparto corse in Romeo Ferraris, ma nel corso degli anni mi sono trovato a contribuire a diverse attività, sia nel nostro reparto stradale, sia nella gestione e pianificazione degli eventi, che nella comunicazione, e talvolta ricoprendo il ruolo di Team Manager, Direttore Sportivo, Hospitality Manager e Coordinatore Piloti. Non solo in relazione alla mia esperienza in RF, ma grazie alla mia vita nel motorsport, ho potuto fare esperienza in molti ruoli, e questo rende la mia figura lavorativa molto varia nel corso della stagione e del weekend di gara stesso”.

Come persona che ha seguito e coperto il motorsport per molti anni, cosa pensi della Hot Zone e della possibilità di parlare con i piloti in diretta mente sono in macchina?
“Onestamente, la Hot Zone è una delle cose più belle che ho affrontato nella mia carriera. Da un lato, si possono avere tutte le informazioni sulle proprie auto, parlando con i piloti come nella mia esperienza nelle gare di Endurance, dall’altro, si può interagire con i commentatori televisivi e con gli altri team e piloti in onda”.

Quali sono secondo te le caratteristiche principali del FIA ETCR?
“Sono sempre stato molto critico nei confronti delle corse elettriche, perché il più delle volte non si cerca di essere sostenibili, ma solo di promuovere una nuova ideologia. È un aspetto ancora importante, ma il FIA ETCR per la prima volta ha creato un modo coerente di affrontare le corse facendo anche qualcosa per il pianeta, essendo sostenibile all’interno del paddock, oltre a mostrare attività concrete al di là delle gare. Parlando di gare “pure”, la serie è straordinaria. Il livello dei piloti è incredibile, poi le battaglie brevi significano avere un sacco di azioni in pista, i piloti combattono davvero duramente. Questo non è il massimo per le mie coronarie nella Hot Zone, ma la gente da casa lo adora, così come sui social media abbiamo tanto materiale da mostrare, aiutato da un format unico e innovativo”.

Quali sono le caratteristiche principali di Romeo Ferraris?
“Sembra un mantra, ma è vero: siamo una famiglia. Personalmente, il mio rapporto con il marchio Romeo Ferraris va ben oltre le capacità e l’attitudine al lavoro. Michela è una delle mie migliori amiche nella vita di tutti i giorni e questo mi aiuta a dare, da parte mia, il 200% del mio impegno per tutto ciò che riguarda il nostro marchio. Potreste dire che questo è dovuto al fatto che siamo italiani, ma (per fortuna) posso dirvi che è perché siamo noi. Chiunque nel team ha tanta passione, i meccanici hanno fatto un lavoro incredibile molte volte nel corso degli anni, il reparto corse è uno dei più piccoli del paddock, ma tutto avviene grazie al coordinamento e alla motivazione di Michela e Mario; non sono solo grandi menti ma persone super appassionate, motivate e vincenti. Quando vinciamo, qualcuno nel paddock si stupisce della grandezza dei nostri festeggiamenti, ma credetemi, è lo stesso impegno che i ragazzi mettono nel loro lavoro di tutti i giorni e credo sia bello da parte di tutti prendersi la propria ricompensa”.

Come si lavora con i piloti? Puoi dirci qualche segreto su di loro?
“La mia storia personale è piuttosto divertente perché ho iniziato a fare questo lavoro quando avevo 15 anni, e a quel tempo tutti i piloti erano più grandi di me. Poi sono cresciuto e ho iniziato ad avere la loro stessa età, e alla fine purtroppo sono più vecchio della maggior parte di loro. Sono sempre stato chiamato da molti miei (ex) colleghi, quando ero giornalista, “l’amico dei piloti”. Ora mi rappresento come un cugino più grande. Credo che essere cresciuto nel paddock mi abbia aiutato molto a conoscere e capire come approcciarmi a loro. Cerco di essere il più rispettoso possibile delle loro attività in pista, in modo che sappiano che se arrivo da loro “all’improvviso” c’è un motivo”.

“Parlando della stagione 2022, l’atmosfera è davvero piacevole. Potrei sicuramente raccontare qualche segreto, ma non lo farò. Sono un buon amico! Ho conosciuto Luca nelle mie prime gare come giornalista più di 15 anni fa, e ora è in squadra dal 2020. Lavoravo nella serie quando Giovanni ha debuttato nel 2008 portandolo sul suo primo podio, e negli anni abbiamo anche scoperto di essere lontani parenti. Conoscevo Maxime dalla mia precedente esperienza lavorativa in GT3, e ha un grande senso dell’umorismo con cui posso interfacciarmi benissimo. E poi, ultimo ma non meno importante, Bruno, uno dei piloti che guardavo correre quando ho iniziato la mia carriera di giornalista; ora siamo assieme in pista e guardiamo le gare di F1 nel paddock. È sicuramente una bella persona e, dopo l’incidente di Vallelunga, tutta la squadra e tutti i piloti gli sono stati molto vicini, dimostrando che siamo una vera famiglia, di cui sono molto orgoglioso”.

I tuoi piloti potrebbero dirci qualche segreto su di te?
“Purtroppo sì, molti. Ma confido, magari sbagliando, che avranno lo stesso riserbo deontologico che io ho per i loro!”

Come vedi il futuro delle corse di auto turismo elettriche?
“Come nel mio approccio socratico alla vita, non credo di avere tutte le risposte, ma cerco di fare le domande giuste. Non so dove porterà il futuro, sia per quanto riguarda le corse che lo sviluppo delle auto stradali, ma è importante che negli ultimi anni qualcosa si sia mosso nelle nostre coscienze. Abbiamo un solo pianeta e risorse come l’aria e l’acqua che sono democraticamente di tutti. Quindi ognuno di noi deve fare qualcosa per il benessere globale. Sicuramente, in termini di marketing, una serie come il FIA ETCR si adatta ai Costruttori molto meglio di una formula automobilistica. Con l’ETCR si ha la possibilità di mostrare i modelli che si vendono sul mercato, facendo vedere ai clienti e al pubblico come queste auto possono correre. È esattamente quello che hanno fatto le auto turismo nel corso degli anni e quando tutte le Case lo capiranno, immaginate come potrà essere lo schieramento del FIA ETCR!”